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29 luglio 2005

In Italia prove di guerra al P2P

I provider italiani si preparano ad arginare il fenomeno peer-to-peer, filtrando il traffico degli utenti in modo da dare più banda ad altri tipi di applicazioni. Lo faranno nelle prossime settimane grazie a un servizio di Cisco, il Service Control Engine, che qualche provider ha già provato in via sperimentale ed è ora in procinto di attivare sul proprio parco di utenti.

qui c'è l'articolo completo:
In Italia prove di guerra al P2P da Punto informatico

Faccio un paio di considerazioni personali:
  1. in base a quale principio dovrebbero limitare il traffico p2p che un utente fà?
    Dall'articolo si intende che i provider dicono per migliorare le prestazioni di applicazioni tipo streaming o voip; ma se dal loro contratto mi danno un tot di banda max e un tot(mooolto + basso di banda minima garantita)
    sarà discrezione mia utilizzarla come meglio credo o per le applicazioni che voglio.
    A me sembra che i provider prima hanno promesso velocità e servizi e poi dopo si sono resi conto che con il traffico che gli utenti fanno col p2p le loro previsioni erano sballate e che quindi non possono mantenere con le infrastrutture esisteni ciò che hanno promesso e quindi vogliono chiudere il rubinetto.
    E' inconcepibile il discorso che se io scarico rallento lo streaming di un'altro utente del mio stesso provider... allora è una ammissione di colpa e di inganno verso gli utenti con pubblicità e offerte ingannevoli...spero che le associazioni di consumatori si facciano sentire!
  2. Per poter rallentare il p2p devono analizzare il traffico degli utenti vedendo ciò che effettivamente passa attraverso la connessione ad internet...quindi spiano il traffico...e tutte le menate sulla privacy servono solo a non farmi vedere le ultime 4 cifre dei numeri che ho chiamato sulla bolletta o ad aggiungere un'altro foglio da firmare quando dai i tuoi dati a qualcuno...

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